Le Sfide di Oggi, il Sogno di Domani: il nuovo Progetto della Zona Varese

I capi riuniti in Assemblea approvano il nuovo Progetto

Nella serata di Martedì 22 febbraio i Capi della Zona Varese si sono riuniti in Assemblea, per l’approvazione del Progetto 2022-2025, oltreché per l’elezione di nuovi membri a Comitato.

La serata

L’Assemblea è iniziata nella chiesa della Brunella a Varese, dove tutti insieme, in occasione del Thinking Day, si è celebrata la Messa presieduta da don Cesare, Assistente Ecclesiastico di Zona a fine mandato. E’ stato un momento importante e significativo per iniziare la serata con spirito di Comunità e condivisione. Subito dopo è iniziata l’Assemblea vera e propria, con la discussione e l’approvazione del nuovo Progetto di Zona per il triennio 2022-2025. Grande l’affluenza (116 capi su 132) e numerose le mozioni volte a perfezionare la forma del Progetto e a renderne più chiari i contenuti. Ciò testimonia quanto i nostri capi tengano all’educazione dei propri ragazzi, e la volontà di mettersi in discussione che è fondamentale in ambito educativo. Oltre al Progetto, durante l’assemblea è stato nominato il nuovo A.E. di Zona, don Matteo Missora, già Assistente del gruppo Varese 1: sarà per noi una guida e un prezioso aiuto in Zona e in Associazione. Importante anche l’elezione di Sara Feltre a membro del Comitato: la sua esperienza e competenza saranno fondamentali nel ruolo di Formazione Capi, affiancando Guido Vallini, già incaricato in questo ruolo al terzo anno di mandato.

Il Progetto

Il nuovo Progetto di Zona che accompagnerà i capi nei prossimi tre anni vuole essere una risposta concreta ai nuovi bisogni educativi che i capi stessi hanno evidenziato. Particolare attenzione è stata data alle conseguenze che la situazione pandemica ha portato nel vivere lo scoutismo, e alle nuove sfide (sociali, ambientali) che il mondo attuale ci pone davanti. Nel concreto si sviluppa in tre punti, dei quali riportiamo le analisi

LA SFIDA EDUCATIVA:

La pandemia e, soprattutto, il conseguente lockdown, ha messo in crisi la relazione educativa a tutti i livelli (sia capo-ragazzi che tra capi). Nei mesi di lockdown abbiamo, senza rendercene conto, sacrificato la relazione educativa nel tentativo di proseguire “normalmente” le attività. Questo tempo ci ha fatto capire che la relazione è il mezzo principe del nostro metodo, senza la quale fare attività ha poco senso. Rileggendo il nostro ruolo di capi, sentiamo la necessità di riscoprirci educatori  presenti,  consapevoli dell’importanza di creare relazioni personali con ciascun ragazzo, in modo da poter cogliere i segnali che i ragazzi ci rivolgono.  Riconosciamo il metodo come via efficace per comunicare con i ragazzi.

LE SFIDE DEL MONDO DI OGGI

La realtà che viviamo muta velocemente in tutti i suoi aspetti e la pandemia che ci ha travolto ci suggerisce la nostra fragilità. Dobbiamo saper riconoscere ed affrontare le sfide che il mondo ci pone, non tanto per cambiarlo, ma almeno per lasciarlo un po’ meglio di come l’abbiamo trovato. Siamo costruttori di futuro realizzando il presente.

LA SFIDA DEL CAPO

“Capi consapevoli, in-formati e competenti per progetti più efficaci”

L’essere capo è frutto di una scelta maturata, progettata, voluta; che fa parte del proprio progetto di vita e di crescita personale, intesa come occasione per risognare ogni volta se stessi. Crediamo che la zona sia uno dei luoghi privilegiati in cui I capi progettano ed imparano a progettarsi e progettare. Affinché questo si realizzi sono necessari: relazione, formazione, confronto e condivisione.

Per chi fosse interessato ad approfondire ulteriormente, mettiamo a disposizione il verbale dell’Assemblea (qui) e il testo del Progetto (qui).

Sorridono e cantano anche nelle difficoltà

Che ruolo abbiamo avuto in questa quarantena? Di Paura, di Apprendimento, di Crescita?
A che punto siamo con il capitolo? Dove vogliamo arrivare?

Durante questo periodo grazie a piccoli escamotage siamo riusciti in qualche modo a sentirci vicini e a non dimenticarci di essere scout. Sì! Perché, noi non “facciamo gli scout”, noi siamo scout, il nostro è uno stile di vita.

Probabilmente pregare, riflettere e chiacchierare a distanza non è la stessa cosa. Sicuramente Zoom, non può sostituire il calore di un caldo bivacco attorno al fuoco, la disperazione all’inizio di una salita e la felicità percepita una volta arrivati in cima alla montagna, ma in questi mesi non abbiamo mai smesso di essere scout.

Nonostante lo smarrimento generale siamo riusciti a incontrarci settimanalmente, ovviamente online. Le prime riunioni le abbiamo dedicate a ristabilire il contatto umano e a confrontarci sulla situazione vigente. Qualcuno di noi ha continuato il servizio, chi aiutando le suore in Via Luini, chi mettendosi a disposizione della Protezione Civile, chi con le ripetizioni online etc..

Il nostro capitolo

Poiché il nostro capitolo verte sul tema della povertà non potevamo sottovalutare l’emergenza che questa particolare realtà affronta e ha affrontato.Ci siamo informati sulle difficoltà che l’associazionismo in questo senso sta attraversando: mancanza di viveri, mancanza di volontari, senzatetto abbandonati e spesse volte multati.

Ci siamo messi in contatto con le singole associazioni per scoprire nel dettaglio le loro necessità e capire il da farsi. Nonostante le difficoltà siamo riusciti a inventarci qualcosa.

Fede

Ogni settimana grazie ai video del nostro assistente ecclesiastico abbiamo seguito il vangelo domenicale e ci abbiamo riflettuto un po’ su. Non abbiamo rinunciato al campo di Pasqua ma abbiamo condiviso via web le nostre personali “ultime cene” rigorosamente in uniforme e abbiamo letto e dibattuto su diversi spunti. Nonostante questa creativa alternativa è stato difficile riuscire a concentrarsi davvero vista la fatica ad adattarsi allo smart-working delle nostre attività.

Era inevitabile, inoltre, che prima o poi, a tutti noi sarebbe venuta voglia di tornare a cantare. Per questo motivo con l’intero gruppo del Varese 1, ci siamo incontrati su Zoom il 10 maggio, per pregare e cantare, in più di 80; lupetti, reparto, noviziato, clan e genitori.

Per tutto questo periodo non ho mai smesso di chiedermi: “Sarò pronta per la partenza?” [ndr. Momento di conclusione del cammino scout].
Poi ho pensato alla legge scout e a tutti i suoi punti che  ho promesso di seguire  “facendo del mio meglio per osservarla”, sia di fronte a una guerra, come le vecchie aquile randagie, sia di fronte a una pandemia mondiale.

La guida e lo scout:
1. pongono il loro onore nel meritare fiducia
2. sono leali
3. si rendono utili e aiutano gli altri
4. sono amici di tutti e fratelli di ogni altra Guida e Scout
5. sono cortesi
6. amano e rispettano la natura
7. sanno obbedire
8. sorridono e cantano anche nelle difficoltà
9. sono laboriosi ed economi
10. sono puri di pensiero, parole e azioni

Francesca - Clan Varese 1

Varese 3 & 8: Quello che abbiamo imparato sul clima

Gli scout del Clan Varese 3 & 8 alla scoperta dei cambiamenti climatici, i suoi effetti sull’ambiente e i consigli pratici per tutti

Durante l’anno appena concluso noi del clan Varese 3 e Varese 8 ci siamo concentrati su un tema che ormai possiamo dire scottante: i cambiamenti climatici.

Nel corso dell’anno ci siamo incontrati e abbiamo sentito il parere di esperti, come Giacomo Grassi, un meteorologo che ci ha spiegato che la temperatura della zona di Varese è aumentata di 2° negli ultimi anni e che ovviamente ha portato ad una serie di problematiche visibili anche nel nostro territorio (l’aumento di temperatura è senza precedenti, come riscontrato anche in tutto il mondo). Il lago di Varese ad esempio a causa dell’aumento delle temperature ha peggiorato la sua già precaria situazione di ossigenazione delle acque. Tale processo approfitta del fenomeno del raffreddamento dell’acqua durante la notte per il ricircolo della stessa, che ora è reso più difficoltoso portando i pesci a dover vivere in superficie per respirare e le alghe a proliferare incontrastate sul fondale marino, peggiorando ancora di più la situazione di ossigenazione delle acque.

Il fenomeno dell’aumento di temperatura però, incide anche su altri ambienti. Un esempio è la diminuzione delle superfici dei ghiacciai, argomento che abbiamo approfondito soprattutto durante la route estiva. Abbiamo deciso infatti di andare a visitare il Ghiacciaio del Sabbione in Val Formazza, e abbiamo potuto confrontare, grazie anche a foto dei volontari del posto, come la conformazione del ghiacciaio è mutata durante gli anni e come la dimensione sia diminuita sostanzialmente.

Consigli pratici

Grazie ai numerosi incontri e all’opportunità di vedere con i nostri occhi il cambiamento climatico in corso, abbiamo deciso di stilare dei piccoli consigli pratici da adottare nella nostra vita di tutti i giorni per migliorare la nostra impronta ambientale:

– Scola l’olio delle lattine di tonno in una bottiglia e portalo in discarica
– Quando fai la lavatrice utilizza sacchetti che limitano la diffusione delle microplastiche nell’acqua.
– Fai scelte consapevoli al supermercato supportando aziende con politiche green
– Usa borracce al posto di bottiglie di plastica, se devi usarle riciclale almeno schiacciandole per il lungo per permetterne il riciclaggio nel modo corretto
– Compra frutta e verdura sfusa e utilizza sacchetti di tela alla cassa
– Muoviti senza inquinare, utilizza preferibilmente mezzi pubblici, biciclette o spostati a piedi
– Se utilizzi una macchina assicurati che sia in buone condizioni ed esegui la manutenzione per inquinare il meno possibile
– Non limitarti alla tua visione delle cose, informati sulle iniziative ambientali intorno a te

Valentina - Clan Varese3/8

Gruppo Scout Tradate 1: ecco come affrontiamo il COVID-19

Ecco come il gruppo scout Tradate 1 affronta il periodo di quarantena: attività online e preparazione comunitaria alla Pasqua

Come tutti ormai sanno stiamo vivendo un periodo di emergenza, in cui non si può uscire di casa e di conseguenza non si possono vedere gli amici, non si può fare sport, non si possono fare le attività che si facevano prima… Insomma, una vera e propria clausura.

Ma noi scout non ci fermiamo mica per un piccolo virus!

Infatti, ogni branca continua a portare avanti le proprie attività anche se con qualche modifica.

Partiamo dai più piccoli: i Lupetti

Nonostante la loro giovane età, i lupetti portano avanti le loro attività scout sempre con il sorriso e la gioia di fare. I loro capi ogni settimana propongono varie missioni tra cui scegliere e poi li invitano a documentarle con filmati e foto sul gruppo per condividerle con tutti.
Inoltre, stanno portando avanti il loro periodo di caccia, documentando sempre, con foto o video, le loro prede. Le più gettonate sono dolci e ricette di cucina e giochi da fare in famiglia.

Il Reparto…

Anche le guide e gli esploratori, membri del reparto, hanno delle sfide settimanali che devono documentare con video e foto. E ognuno di loro porta avanti le proprie specialità.
Per i più grandi del reparto, i capi hanno proposto un’attività su come utilizzare al meglio la tecnologia, soprattutto in questo momento che la usiamo per fare molte cose.
Le squadriglie ogni due settimane si trovano su piattaforme digitali per svolgere la loro riunione e portare avanti la specialità di squadriglia.

… e il Clan

Infine, c’è il clan/fuoco (di cui faccio parte anch’io).
Noi ci troviamo settimanalmente su zoom per svolgere la nostra riunione virtuale e dedicarci alle attività. Nonostante la distanza proseguiamo le attività del capitolo che quest’anno è dedicato a droga e prostituzione. E’ un argomento che ha coinvolto tutti, che vogliamo ancora approfondire e a cui dedichiamo una parte dell’anno portando spunti di riflessione e preparando a turno attività per gli altri membri del clan.

Il clan in partenza per il campo invernale 2019.
Il clan in partenza per il campo invernale 2019.
Il nostro cammino di fede

Per quanto riguarda il cammino di fede, il nostro gruppo scout Tradate 1 ha organizzato per il triduo pasquale momenti di riflessione individuali o familiari.
In maniera tutta particolare quest’anno Gesù si avvicina a noi e ci dice in totale confidenza: ”Farò la Pasqua da te!”. Il Maestro vuole entrare profondamente dello spazio e nel tempo della nostra vita familiare e noi gli rispondiamo solleciti come discepoli:” Faremo come tu dici! Prepareremo la Pasqua!”.

E’ così che giorni tristi e pesanti possono diventare giorni di dono e di Grazia, e un tempo di solitudine propizio per intensi rapporti umani.

Silvia - Clan Tradate 1

Lago di Varese 7 & Somma Lombardo 1: vi raccontiamo la nostra carta di clan

Come la comunità clan dei gruppi “Lago di Varese 7” e “Somma Lombardo 1” sta cercando di riscrivere la propria carta di clan.

Sono Samuele del clan “Somma Lombardo 1” gemellato con il “Lago di Varese7”. Lo scorso anno si è concluso con un evento organizzato interamente da noi a seguito del capitolo che abbiamo deciso di trattare durante tutto l’anno, ovvero l’immigrazione. Si è trattato di un apericena con delle testimonianze tenute da esperti nel settore, tenutosi a Varese e ha riscontrato un grande successo.Quest’anno però abbiamo scelto di non seguire un vero e proprio capitolo, ma considerando che la comunità è cambiata, salutando alcuni membri e facendo spazio a dei nuovi, abbiamo sentito il bisogno di riscrivere la nostra carta di clan.

Cos’è la carta di clan?

La carta di clan è come se fosse la “carta di identità” di una comunità sviluppata attraverso quattro punti: servizio, fede, strada e comunità. Considerando la l’attuale carta di clan risale a 4 anni fa direi che era giunto il momento di metterci del nostro. La strategia che abbiamo scelto di intraprendere è quella di trattare ogni singolo punto differenziando come dovrebbe essere una comunità, vista sotto quel punto, e come è effettivamente la nostra comunità.

Il punto del servizio

Abbiamo iniziando trattando il servizio, c’è stato un iniziale “brain storming” su come una comunità dovrebbe vivere il servizio, e successivamente ci siamo concentrati su di noi. Sotto l’organizzazione dei capi abbiamo svolto un uscita a Varese in cui ,divisi in quattro gruppi, abbiamo svolto varie attività di servizio.

Un gruppo di noi è andato ad aiutare a un pranzo organizzato dall’associazione “libera”, un altro al campo dei fiori con le GEV (guardi ecologiche volontarie) hanno ripulito i boschi del parco, la mensa dei poveri ha ospitato un altro gruppo e infine presso la cooperativa sociale “l’anaconda” sono andati gli ultimi di noi. Sono state esperinze molto interessanti ma soprattutto formative, sia dal punto di vista personale ma anche per poter riscrivere il punto servizio nella carta di clan (che è sempre rimasto il nostro obbiettivo primario). A fine dei servizi ci siamo ritrovati per discutere delle esperienze cercando di trovare una definizione adatta del servizio secondo noi.

Il punto della comunità

Al servizio è seguito il punto comunità. Il processo è stato analogo a quello del servizio, ovvero ragionare su come deve essere una comunità e successivamente pensare alla nostra comunità.

Anche in questo caso abbiamo deciso di fare un uscita interamente dedicata a questo argomento. Ci siamo appoggiati a “il chiostro solidale” dell’associazione “mondo di comunità e famiglia”. Loro sono un gruppo di famiglie che scelgono di vivere nella stessa casa e sviluppano la loro convivenza attraverso alcuni “pilastri” tra cui la cassa comune, le porte sempre aperte all’accoglienza, la condivisione e la convivialità. Abbiamo passato due giorni insieme a loro studiando e osservando come si compone il loro essere comunità. Anche in questo caso l’esperienza si è rilevata utile per la nostra carta di clan, avendo avuto anche una presentazione della loro associazione da uno dei responsabili della casa. Abbiamo fatto tesoro di quanto vissuto e cercato di mettere giù una nostra definizione che rappresenti la nostra comunità.

Ci stavamo muovendo per trattare del punto della fede, sfruttando il capo di Pasqua, ma ovviamente abbiamo dovuto bloccare tutte le nostre attività a causa dell’emergenza sanitaria. Da casa stiamo cercando di andare avanti anche se con molte difficoltà, principalmente perché non abbiamo possibilità di fare uscite. Fondamentalmente stiamo cercando di scrivere il meglio possibile i due punti che abbiamo già trattato.

Samuele - Clan Somma Lombardo 1

Il Clan Gallarate 1 e la reazione social su Instagram

Come i ragazzi del clan del Gallarate 1 usano Instagram per divertirsi e far divertire gli altri a distanza

Dopo il decreto del 28 febbraio, che impediva tutte le uscite e le riunioni, il clan del gruppo scout Gallarate 1 non si è fermato e continua a portare la sua allegria a tutti grazie a Instagram.

Tra di noi abbiamo deciso di fare un gioco, sempre restando a casa, per passare il tempo in allegria che consiste nello sfidare un nostro compagno – attraverso foto e video – a fare qualcosa che sia divertente ma che, allo stesso tempo, possa servire anche agli altri membri del clan.
Queste sfide sono andate avanti per molto tempo e ne sono risultati dei capolavori, tra chi canta il karaoke, chi fa danza classica e chi fa documentari sugli insetti: ci siamo aiutati a vicenda rallegrandoci nel momento del bisogno.

Contenti di come è uscita questa sfida abbiamo deciso di coinvolgere chi ne avesse bisogno aprendo un profilo Instagram dove ogni 2 giorni invitiamo a partecipare a delle sfide.
Il profilo si chiama “Nuovi_orizzonti_official” e sta andando davvero bene. In sole 2 settimane siamo arrivati a circa 150 follower e, cosa più’ importante, le nostre challenge vengono fatte non solo da noi ma anche da persone esterne al clan.

Per il resto, continuiamo a tenerci in contatto settimanalmente e non mancano i momenti di fede. Infatti, ogni domenica, insieme a tutto il gruppo del Gallarate 1 ci riuniamo su Zoom per celebrare la messa; l’ultima volta c’erano 70 account collegati.
Stessa cosa è stata fatto per la celebrazione del venerdì santo dove abbiamo fatto una “cena dei poveri a distanza”.

Ovviamente non vediamo l’ora di rivederci e andare in uscita, ma è bello sapere che ci sono persone che ti fanno ridere, ed è ancora più bello coinvolgere altre persone in questo nostro gioco per aiutarle a passare il tempo in casa, divertendosi!

Michele - Clan Gallarate 1

Ho fame, sono povero, ho due bambini da sfamare

Il racconto del Clan del gruppo scout Varese 1 sulla povertà e sull’incontro con i meno fortunati della città

Quante volte vi è capitato di camminare per le vie del centro di Varese, imbattervi in qualche senza fissa dimora e scansarlo? A noi tantissime volte; ecco perché quest’anno, noi del Clan del Varese 1, ci siamo interrogati su chi siano davvero coloro che vivono in povertà, perché sono nella loro posizione e la causa di tutte queste disuguaglianze sociali.

“Ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini.”

Alda Merini

La povertà abbraccia tutti; giovani fin dai 18 anni, celibi, nubili, pensionati etc… Solo in Italia, sono 5 milioni le persone che vivono in povertà assoluta, ovvero coloro che non hanno disponibilità o accesso a beni e servizi legati alle necessità fisiologiche di base quali ad esempio il fabbisogno nutrizionale minimo. Oltre alle cause storico-economiche, molte di queste situazioni nascono da problemi di natura sociale: disabilità in famiglia, costi sanitari elevati ed insostenibili, assenza di lavoro, anziani non autosufficienti, rottura dei legami familiari, mancanza di un titolo di studio etc…

Il Capitolo del Clan del Varese 1

Durante il nostro campo Invernale presso Dormelletto, dopo esserci informati attraverso il web e la visione di qualche film, abbiamo contattato la Caritas e la comunità di Sant’Egidio di Arona. Con quest’ultimi ed in particolare con Ivan, un volontario super coinvolto, abbiamo organizzato un pranzo per i senzatetto. Si sono presentati in una decina e sebbene all’inizio ci fosse un sottile velo di imbarazzo siamo riusciti a trovare l’ingrediente che desse sapore a quel freddo pranzo invernale: il canto! Sulle note di De André abbiamo cantato e chiacchierato per ore senza alcun timore.

Il 2 febbraio 2020, grazie all’associazione Covo e al “Centro Diurno Il Viandante” di Varese abbiamo offerto ai senza fissa dimora la colazione e allestito il Muro della Gentilezza, un’iniziativa proposta dall’Associazione Camminiamo insieme Onlus, affiliata del centro, in cui chi ha appende e chi ha bisogno prende!

Stavolta sono arrivati in pochissimi, la diffidenza era maggiore ma sulle note di Gianna o la Canzone del Sole siamo riusciti a unirci in un caldo canto.

Muro della Gentilezza, Clan Varese 1

Come ci ha spiegato la carinissima responsabile Mariarosa, il “Centro Diurno Il Viandante” di Varese è un luogo di aggregazione per chi è rimasto escluso ed un luogo caldo dove poter riscoprire relazioni amicali e prendersi cura di sé.
Il centro è aperto dal lunedì al sabato dalle 11,30 alle 17,30, si fermano circa 50/60 persone e ne transitano 70/90 quotidianamente.

Le testimonianze del Clan

Ho reputato fosse più interessante e chiaro raccontarvi queste due esperienze relative alla povertà attraverso le testimonianze di tutto il Clan del Varese 1:

L’esperienza del campo invernale è stata estremamente significativa in quanto ci siamo potuti confrontare con realtà vicine seppur lontane dalla nostra; la gioia che abbiamo provato condividendo un pranzo e un po’ di musica con i senzatetto è stata una lezione importante.
Beatrice

Durante il pranzo sono sparite tutte le barriere tra noi e loro, ci siamo ritrovati a cantare e suonare. Ho cambiato subito idea, eravamo solo delle persone unite dal canto e il divertimento.
Asdghig

Clan Varese 1 - Muro della Gentilezza

Ho avuto timore ad incontrarli, non perché mi facessero paura, ma perché non sapevo come mi sarei dovuta approcciare. Come speravamo è stata un’esperienza molto bella, che ci ha permesso di guardare da vicino una realtà con cui ci confrontiamo tutti i giorni senza farci troppo caso.
Stiamo imparando a guardare con occhi più aperti. Questo è stato il primo passo per il nostro capitolo, la cosa che mi ha sconvolto particolarmente è che la povertà si nasconde; le persone povere potrebbero essere quelle da cui non te lo aspetteresti mai. Il passo più importante è ascoltare e fermarsi a guardare
.
Maddalena

Muro della Gentilezza

Un’esperienza forte.
Prima di cominciare il mio servizio, i poveri non li consideravo. Per strada li ignoravo reputandoli lo scarto della società. Ci ho messo del tempo per cominciare ad abituarmi ai loro modi, a scoprire chi sono, ad ascoltare le loro storie, le loro abitudini, a capire che alla fine sono persone come noi.

Andrea

É stato bello aiutare gli homeless domenica mattina.
Francesco

Ho apprezzato molto questo tipo di esperienze perché mi ha fatto vedere che dietro ai termini comunemente usati come “povero” e “senzatetto” ci sono delle persone, con una storia, magari una famiglia, delle passioni ed un sacco di cose da raccontare. Mi ricordo che quando eravamo ad Arona e abbiamo iniziato a cantare c’era una signora che sapeva praticamente tutte le canzoni. Forse quel momento le ha fatto piacere e l’ha aiutata a rivivere un po’ la sua passione per la musica.
Mi è piaciuto anche il legame che abbiamo creato con loro perché con attività tipo cantare e mangiare nessuno può considerarsi inferiore all’altro, mi sembra che si siano sentiti accolti e trattati come persone
.
Valentina

All’inizio del nostro percorso ci siamo informati sulla situazione economica generale del nostro paese, e su cosa questo facesse per le persone in situazioni disperate e/o critiche. Dopo esserci informati mi sono sorte alcune domande: perché ci sono così tanti poveri? Perché lo stato fa poco o niente? Esistono tante associazioni pubbliche e private che realmente fanno qualcosa ma certe volte lo stato stesso gli va contro. Un esempio è il reddito di cittadinanza, lo puoi avere se hai un documento che certifica che esisti; ma d’altro canto per richiedere questi documenti devi avere una residenza. E se sei senza casa?
Queste persone, anche se non sembrano delle migliori vanno aiutate, non deve essere un peso, ognuno di noi ha una dignità che non dipende né dalla situazione economica né dall’aspetto.
Vivi nel rispetto degli altri.

Anonimo

Muro della Gentilezza - Clan Varese 1
Muro della gentilezza

Che dire? Immagina di perdere tutto, immagina di scappare senza voltarti, immagina che questa notte il tuo comodo letto si trasformi in una rigida e gelata panchina, immagina che ti vengano strappate la dignità, l’orgoglio e l’identità, immagina che tutti ti guardino con disprezzo o pietà, immagina che tu sia solo, al freddo e affamato. Come puoi pensare che si fidino e non ti mandino a quel paese? Ti senti quasi patetico, tu che ti lamenti tanto ma in fondo hai avuto tutto dalla vita. Allora per rompere il ghiaccio obblighi il tuo capo a tirar fuori la chitarra e nonostante le stonature, le nostre diversità, qualche piccolo pregiudizio, cantiamo tutti la stessa canzone!
Francesca

Il prossimo passo per il Clan del Varese 1?

Come Clan ci siamo posti l’obbiettivo di scoprire e visitare, a coppie, le associazioni che si occupano di poveri e povertà nel territorio di Varese. Speriamo così di riuscire a mapparle e a condividerle con voi.

“Esiste una povertà ben più grande: non essere amato, desiderato, sentirsi escluso ed emarginato”

Madre Teresa di Calcutta
                                         Francesca - Clan Varese 1

Assemblea di Zona 2019: formazione per l’educazione

Assemblea 2019: un nuovo anno scout per la Zona Varese Agesci

Ogni nuovo anno Scout ha inizio con l’assemblea di zona: un weekend di raccoglimento per tutte le comunità capi della zona Varese, che unisce cooperazione e formazione.
Da sempre si svolge anche per coordinare e organizzare attività rivolte a tutti i ragazzi della zona, ma negli ultimi due anni e fino al 2021 – sulla base di quanto previsto dal progetto di zona – si pone un ulteriore obiettivo: quello di rafforzare la cooperazione tra i tanti capi dei vari gruppi.


Raccontare e condividere le difficoltà, le esperienze e i pensieri di tutti per sentirci più accolti gli uni con gli altri: membri di una grande comunità che condivide la stessa promessa (#mangiamolostessopane).

formazione
La formazione dei capi per l’educazione dei ragazzi

Tali occasioni di confronto si rivelano sempre momenti utili per la formazione. Il bagaglio formativo dei capi della zona Varese Agesci, quest’anno, è stato ulteriormente arricchito da tre laboratori aventi come temi: il sessismo (nella vita di tutti i giorni), il nuovo linguaggio fascista e la fragilità nei ragazzi e i suoi campanelli d’allarme.
Quest’ultimo tema, svolge un ruolo centrale nella vita di un capo scout e ha messo al centro del dibattito il fatto che le debolezze dei ragazzi, il modo di educare e i relativi strumenti, cambiano nel tempo e a seconda di chi si ha di fronte.
Il laboratorio su “Le parole del Fascismo”, tenuto da due volontarie dell’associazione Sui passi della storia, ha lasciato in dono ai partecipanti anche una copia del libro “Liliana Segre. Il mare nero dell’indifferenza”.
Un esempio concreto di una persona che ha voluto portare un importante messaggio, condiviso dall’ideale scout: fare in modo che non si perdano mai i diritti ed il rispetto per le persone.

formazione
Anche il sessismo per completare la formazione

L’ultimo laboratorio ha voluto far riflettere i capi coinvolti sul linguaggio utilizzato da ognuno di noi nella vita di tutti i giorni. Molte volte utilizziamo parole che non rispettano entrambi i sessi senza neanche rendercene conto.
Una maggiore attenzione riguardo al linguaggio utilizzato può favorire l’uguaglianza e, nel periodo storico in cui viviamo, è sicuramente positivo manifestarsi anti-sessisti e a favore della parità.

Spunti e messaggi, provenienti da tutti i laboratori, verranno sicuramente riportati all’attenzione nelle prossime attività e nel servizio con i tanti ragazzi della zona.

Agesci Zona Varese